È difficile spiegare cosa vuol dire essere Alpino. Io, l’ho vissuto di riflesso.
Come neonata battezzata con la grappa a 5 giorni di vita dal mio papà Cesco Tomasella. Come ragazzina nascosta sotto ai tavoli ad ascoltare i tanti racconti dei “veci” su in sede. Durante le funzioni di saluto a nonni e papà “che erano passati avanti”, tra le lacrime de “Signore delle Cime”.
Se dovessi descrivere quell’essere Alpino lo descriverei come “una mano tesa”.
Al 1° Campeggio Studenti Amici, gemellato con la città di Neumarkt Sankt Veit, vi ho partecipato io. Nel 2019 mio figlio Tommaso. Oggi, alla sua 34° edizione, è stato il turno di Emma.
Emma, con la sua dolcezza, ma pur sempre una ragazzina con la sindrome di Down. E ogni disabilità porta alla mente il vissuto o i traballanti stereotipi che ognuno si crea. Nessuna colpa, solo la nuda verità.
Sorrido con profondo affetto agli sguardi un po’ timorosi dei Capi di questo progetto. La loro non era certo discriminazione, ma timore, paura di non essere all’altezza di gestire e accompagnare una ragazzina con disabilità. Lo so bene, e vi ringrazio per esservi messi alla prova.
Non avevo dubbio alcuno, ma ve lo voglio dire: sorrido per la gioia che ho nel cuore. Perchè dopo una colica iniziale e un “non so se sto bene qui” Emma ci è voluta essere, con tutta se stessa. Ho gioito nel vedere che non necessitava di chiamare casa. Ho gioito nel sentire che non voleva che suo fratello Tommaso (quest’anno in veste di aiutante) gli girasse troppo intorno “perchè lei era con le sue amiche”.
Ho sentito racconti di km macinati con gli scarponi e di amicizie nate tra piccole anime affini.
E ieri, mentre truccavo i tanti ragazzini del camp, ho visto in quegli adulti inizialmente timorosi, sguardi di gratitudine.
Perchè dopo questa esperienza, di enorme valore e autostima per mia figlia, ognuno di loro si porta a casa un pezzettino di fiducia.
Fiducia che abbatte stereotipi e spazza via la paura.
Se dovessi descrivere quell’essere Alpino lo descriverei come “una mano tesa.. che non chiede nulla in cambio”.
Perchè solo occhi grati possono vedere una mano vuota, come piena di preziosi tesori.
Un’orgogliosa figlia di Alpino.